IL RITROVO DEL VERO IO
· I tuoi gusti personali (reali)
· Quello che credi ti piaccia
Quello che credi ti piaccia condiziona la percezione di te stesso facendomi credere di essere qualcuno che non sei.
Tu soffri quando stai facendo quello che credi ti piaccia, anziché fare quello che ti piace!
Non riesci a capire cosa ti piace davvero perché i tuoi gusti individuali sono tappati e sfalsati da tante versioni di te (maschere) composte da ferite emotive, traumi, paure, abitudini, credenze inculcate da altri, pensiero unanime (che è sempre un concetto ideologico di carattere sociale che sposa il ‘convenzionale’) che tu scambi ogni giorno per te stesso.
Quindi indossi queste maschere (una diversa a seconda della situazione e persona con la quale ti trovi) e ti muovi nel mondo facendoti comandare da esse, anziché essere tu a governarle a tuo piacimento.
Inoltre, proietti sugli altri queste maschere e ciò comporta che vedi gli altri in un modo che corrisponde PERFETTAMENTE alla maschera che indossi in quel momento!
(es: indossi la maschera della vittima che viene rifiutata dagli uomini/dalle donne, perciò percepisci gli uomini/le donne sono tutti stronzi/e e opportunisti/e. Anziché vedere ogni uomo/donna per quello che è, lo associ ad una tua percezione personale. Il che scatena in te un atto di comportamento meccanico dovuto a questa stessa percezione, anziché ad una tua volontà. Come, ad esempio, usare un atteggiamento risoluto e freddo quando un uomo/donna ti parla. Perché non essere spontaneo/a? Cosa ti fa essere così? L’hai deciso tu?)
Ad ogni modo…
Ti sei abituato così tanto a rispondere come uno schiavo a queste false identità, che non vedi neppure lontanamente di non essere così…
Ed è questo il motivo per cui ti ritrovi a:
- Fare un lavoro che non ti appartiene
- Frequentare persone che in realtà non ti fanno stare bene
- Mangiare più del cioccolato del dovuto per sentire un po’ di gioia
- E tal volta, anche a lottare per una relazione che non ha più senso di sussistere! (Chi ha figli trova la scusa dei figli, chi non li ha quella che “la mia situazione è diversa e troppo complicata per essere capita”
Ma la verità è che hai paura di perdere la tua (falsa) identità!
Ora però voglio essere chiara su un punto:
Prima di anche solo pensare di contattare anima, bisogna scoprire chi si è! Chi si è innanzitutto come IDENTITÀ PERSONALE!
Imparando a riconoscersi in mezzo a quel marasma di vari io che scambiamo per noi stessi e che ci rubano l’identità ogni giorno, lavoriamo per ritrovare il nostro vero io (individualità propria).
Riconoscendo perciò, cosa mi piace da quello che mi sono abituato a pensare mi piaccia, grazie alle domande e all’auto-osservazione.
Lavoro che, con il tempo, porta ad:
- Accogliere, accettare e infine, amare, le parti di me che finora ho rifiutato perché le vedevo brutte o sbagliate. (E le vedo così solamente perché c’è del giudizio che nasce dal concetto di giusto e sbagliato promosso dal mentale che a sua volta è condizionato dall’ambiente sociale.)
- Imparare a dire di NO in realtà è un no e a dire di Sì quando è un sì. Basta con questi forse, ma, però, ni…basta. Ti tolgono potere e ti rallentano!
- Compiere un lavoro serio di indagine e discussione continua. Metto in discussione quello che ho sempre creduto di me grazie all’atto stesso di osservarmi mentre applico gli schemi di pensiero di sempre.
- Iniziare a fare SOLO ciò che mi piace domandandomi semplicemente: Questo mi piace? Ok che l’ho fatto fino a ieri, ma…a me piace?
- Iniziare a lasciar andare, evitare ed eliminare cose, persone, situazioni, oggetti, abitudini che fanno parte della maschera (anziché del mio vero io) dalla mia vita.
Man mano che ricontatti il tuo vero io accadono delle magie…
Non sempre piacevoli per la personalità…certamente benefiche per l’anima!
Se stai facendo un lavoro fatto bene le cose si smuovono e anche velocemente. Se invece te la stai raccontando te ne accorgi perché non accade nulla di nuovo.
L’esterno è SEMPRE l’estensione fedele di ciò che accade e che sei al tuo interno.
Se qualcosa si muove dentro di te, anche all’esterno si modificano gli elementi che lo compongono.
Se nulla si muove dentro di te perché ti ostini a non compiere un lavoro come Dio comanda, non ti lamentare perché tanto è inutile – l’esterno non muta. Tutt’al più peggiora a causa del tuo lamentarti.
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Di base lo scopo di un percorso spirituale è quello di trascendere la persona!
Quindi di iniziare un cammino che porta a scoprirsi anima e quindi un essere che non ha più bisogno di vivere i bisogni e i desideri della personalità, ma solamente di fare la volontà di Dio. Il che vuol dire sacrificare il bisogno di sentirsi un’identità che per sua natura è identificata in una personalità fissa! Perché altrimenti morirebbe l’identità e ciò che rimane è appunto l’anima! (esempio di identità: io sono maria, ho i capelli rossi, mi piacciono i fiori gialli e giocare a pocker mentre bevo tequila ogni domenica sera con le amiche del chioschetto dei single arrabbiati)
Ma il problema è che molto spesso accade che le persone si avvicinano a questo aspetto della vita per fuggire dalla persona!
Quale?
La propria!
Perché non si accettano, non si capiscono, non si amano, non si vogliono.
E credono che un percorso spirituale le salvi!
Ma qui il lavoro da fare è un altro! Ed è di natura psicoterapica semmai.
Questo non è un gioco.
Il rischio di distaccarsi da anima proprio a causa del fatto che la cerchi ancor prima di aver trovato la tua identità, è altissimo!
Se prima non hai appreso te stesso, non ha conosciuto te stesso…non hai potuto comprendere e amare te stesso…mi spieghi ‘ndo vai?
C’è un motivo se il risveglio non arriva a tutti e non subito nonostante gli sforzi di masturbare di continuo la mente leggendo un libro sull’esoterismo dietro l’altro.
Perché non è il momento!
Il tuo inconscio ti sta proteggendo per evitare che tu ti ritrova viandante in autostrada a fare l’autostop mentre canti in aramaico un mantra da 3 ore.
Una psiche che non si è allenata a sostenere l’energia di un osservatore interiore che costantemente è atto a monitorare le ondate emotive e le folate di pensieri - non può di certo essere pronta a sostenere un’energia così potente come quella cristica del risveglio! …mi sembra ovvio no?
Eppure, ci si ostina a cercare scorciatoie di ogni sorta.
Ma il lavoro è il lavoro e va completato in tutte le sue fasi. Più e più volte. Sempre e per sempre. Questo lavoro è la vita e la vita è questo lavoro.
Tu conquistati i tuoi traguardi e sarà Dio stesso a donarti ciò che è giusto tu debba ricevere. Non temere e non avere fretta.
Sìì fedele alla tua strada e chiudi gli occhi, gira lo sguardo altrove, di fronte alla menzogna della tantazione – perché è astuta e usa la comodità, l’appagamento e la soddisfazione momentanea del tuo ego per trarti in inganno. Ma tu non cedere caro amico…non cedere mai!
Te lo dico, ma non farti muovere da questo motivo…
Le ricompense del paradiso sono talmente onnipotenti che è come essere davvero toccati con il Dito di Dio – come nel quadro di Michelangelo…
Ma tu non puoi fare il lavoro mosso da questo intento. Perché sarebbe un intento egoico e non cardiaco. Per essere cardiaco deve partorire dalla VOLONTÀ reale…che a sua volta si sviluppa dall’INTENTO reale, che a sua volta nasce da una curiosità mentale…un sentire sottile…un RICHIAMO…
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