3 OTTAVE NEL MARKETING (Post da leggere con discernimento)
(Statua della Libertà)
- Marketing commerciale (detto anche per le masse)
Questo è il marketing becero, diretto, sensazionalista e che fa leva esclusivamente sulle emozioni negative, in particolare legate agli istinti, bisogni e desideri più materialisti.
È l' ottava più bassa del marketing ed in futuro avrà sempre meno successo, soprattutto nei paesi nordici. Già ora, in realtà, se non accompagnato da discorsi moralisti, inizia a vacillare.
Funzionava alla grande negli anni 70'/80' e si...anche 90'. É stato spesso associato e utilizzato come fonte di ispirazione per fare soldi, a seguito del successo avuto da brand famosi come CocaCola o McDonald's, che si sà, essere i divulgatori per eccellenza di questo tipo di comunicazione improntata alla vendita.
É utile considerare che dopo le due grandi guerre le persone necessitavano di un bel po' di leggerezza e soddisfacimento egoico, e anche per questo il marketing commerciale ha avuto così tanto successo in quel periodo. (Un successo appropriato per quegli anni, mi viene da aggiungere)
Con questo marketing ci rivolgiamo quasi sempre SOLO alla personalità.
È sbagliato?
Non saprei...
Dipende da chi siamo e a chi ci rivolgiamo. Se la nostra missione è vendere hamburger, direi proprio di no!
- Marketing empatico (utilizzatissimo da tutta quella fascia di mercato definito green, eco, vegan, integralista, moralista, etico, olistico, spirituale, ed etichette similari)
Questo marketing potrebbe anche essere definito "la via di mezzo" tra il mondo dell' ego e quello dell' anima. Perché da una parte si vuole aiutare il prossimo e dall' altra, si tenta di farlo senza rinunciare alla propria amata identità, categoria di appartenenza, reputazione.
Ci si vuole quindi all' interno di "gruppi che la pensano come me", si vuole sentire la "conferma di essere nel giusto" e si cerca nelle parole delle figure maestre, la consolazione ai propri peccati (nati dal senso di colpa dovuto al giudizio che ci si autoinfligge quando si stanzia su questo piano).
Anche qui, potrebbe giungere la stessa domanda: É sbagliato questo marketing?
Sì, No, Forse.
Diciamo che in generale se vendi percorsi Reikissimi o Carte Taroccate o Pietre filosofali, va più che bene! (dai, non vi offendete! Lo sapete che amo provocare ed è un po' il mio stile stuzzicarvi. Sto scherzando come al solito. Io per prima adoro frequentare e comprare tutte queste cose, perciò...sciallissimi =D
Ad ogni modo, è giusto far capire che NON si tratta di marketing spirituale; perché con lo Spirito e la Verità del Cristo non ha nulla a che vedere!
Sarà un marketing dello "spirito umano" forse...ma di certo non divino.
Perché dove ad agire è la persona, con le sue leggi, la sua morale e le sue giustificazioni agli eventi, c'è addormentamento, non risveglio. Ne tantomeno anima...figurati lo Spirito.
Con ciò non cascate nella trappola del sentirvi giudicati, attaccati o sbagliati. Mi raccomando...ricordate che andate bene proprio ed esattamente come siete.
Il consiglio, piuttosto, diventa quellodi vegliarVi in questo istante. E di vedere che nemmeno questo marketing è sbagliato di per sé.
Anzi...ripeto...se vendi percorsi olistici, corsi di yoga o reatret nei boschi, direi che è l' ideale!
- Marketing spirituale (detto anche non-marketing o comunicazione animica/non-duale o non materialista)
Qui la personalità, ossia: i centri inferiori dell' essere umano (mentale giudicante e preoccupone, emotivo eccitato e allarmista e fisico indisciplinato) si fanno da parte e lasciano spazio ad una Vista della realtà, decisamente superiore.
Le azioni di marketing che vengono svolte da questo tipo di individui sono improntate SOLAMENTE al servizio.
Significa, che non gli interessa apparire giusti o sbagliati, ottenere più soldi o competere con altri, compiere azioni corrette o inopportune, che elevino la propria reputazione professionale o l' abbassino, ecc...ecc...
A questi individui - del risultato che ricavano a vantaggio del proprio ego, lavorando - importa solo nella misura in cui questo vantaggio, serve per poter stare a servizio della propria missione. Che spesso ha a che fare con il portare un incemento in bellezza, ricchezza, giustezza, guarigione e amore all' umanità!
Sono individui che si amano ma non nel senso più comune del termine, dove si intende il volere la salute, gli averi, i confort, le abitudini sane a tutti i costi o le vacanze.
Qui parliamo di un amore superiore, legato al Sacrificio. Che è l' atto d'amore più puro e leale per eccellenza. Ci si ama talmente tanto, che non si ha più bisogno di cambiare, modificare, aumentare se stessi e tutto questo amore viene riversato per altro e ad altri.
Sacrifico il mio corpo, il mio tempo, i miei averi e tal volta anche la mia salute, in nome di qualcosa di più grande.
Ovviamente lo fanno nella misura in cui serve. Ne più né meno.
Non si casca, cioè, nella trappola egoica mascherata da servizio, di voler per forza essere più grandi di chi si è o di fare di più di ciò che si può. Perchè non vi è nemmeno un ego che necessita di essere visto e riconosciuto a tutti i costi.
Alcuni ricercatori, infatti, si illudono del fatto che trovare la propria missione significhi finalmente sentirsi arrivati da qualche parte o migliori o più felici. Inconscimente stanno cercando nella missione una risposta ad un disagio che invece è presente ora, e che non vogliono vedere e per questo giustificano con la frase ''mi manca la mia missione'' o, talvolta, la mia ''metà della mela''.
Attenzione (è qui che voglio il discernimento): Sacrificio non è da confondere con le forme di autolesionismo del tipo:
Lavoro 15 ore di fila per dimostrare a tutti la mia forza/ non mi prendo cura del mio corpo perché ci sono cose più importanti da fare, come salvare i senzatetto o i gatti abbandonati. (Ecco, questo NON è servizio, ma ferite emotive enormi non viste/non risolte).
Il servizio è più legato al non cercare riconoscimento all' esterno. Ed è uno stato interiore, intimo, che non ha nulla a che vedere con le scelte pratico-logostiche che si compiono all' esterno.
Nel senso che all' esterno le persone non riescono a vedere, e quindi capire, se quella persona è a Servizio. E colui che lo è davvero, dovrà accettare di non essere né visto né riconosciuto (e quando gli va male pure criticato e ostacolato) per tutta la sua vita e al tempo stesso stare comunque a servizio.
Esempio pratico quotidiano: una mamma che rinuncia al lavoro per 3-4 anni per crescere i propri figli, è un atto di servizio. Così come un uomo che rinuncia a giocare alla PlayStation per andare a lavorare tutti gli giorni ( vi sembrerà un esempio stupido ma di questi tempi, non è così scontato 😅))
Esempio pratico Straordinario: Gesù.
Gesù faceva anche "marketing spirituale", se così si può chiamare. Nel senso che portava la parola di Cristo in giro. Qualcuno lo ascoltava, tutti gli altri no...ma in ogni caso, non è che si metteva a cambiare La Comunicazione Originale e il modo in cui andava portata in quel momento (che non era così diversa da ciò che oggi definiamo Direct Marketing Sensazionalista), solo per apparire più etico agli occhi della gente!
Diceva quel che doveva dire e faceva ciò che serviva fare in quell'istante lì, fregandosene bellamente delle etichette o di come poteva apparire agli occhi della gente.
Tant'è che molti all' epoca gli davano del ciarlatano, altri del folle e altri ancora del messia. Perché non poteva essere coerente o prevedibile. Ognuno lo vedeva con gli occhi di cui disponeva. E lui lo sapeva e sapeva anche che andava bene così.
Questo è Vero Marketing Spirituale!
Che, a differenza degli altri marketing, può comprenderli tutti. Proprio perchè è il risultato dell'averli compiuti, integrati e attraversati. (Esattamente come un maestro può permettersi di essere meccanico quando vuole, perchè è libero di smettere di esserlo quando vuole.)
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Le domande che ci aiutano a scegliere su che tipo di marketing puntare, a questo punto, diventano piuttosto ovvie:
Che cosa viene prima per me? L'essere o l'avere?
Lavorare per soddisfare i miei interesse personali o per ricavare soddisfacimento dall'atto stesso di lavorare?
Punto a soddisfare piaceri momentanei della personalità o a governarla per edificare ciò che solo tramite la sua sublimazione potrei creare?
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P.s. noi non siamo ancora nemmeno lontanamente capaci di farlo. Perché qui nessuno di noi è un iniziato, tanto men che meno un maestro. Ecco che montare su castelli con il mentale per raffigurarci come divinità in qualche glorifica effige egizia, diventa un futile stratagemma egoico per distogliere la nostra attenzione dal cuore, oltre che un dispendio inutile di energie.
Ad ogni modo, ciò non toglie che chi lavora per la fratellanza bianca o vorrebbe iniziare a farlo, dovrà iniziare a contemplare questi concetti e compiere delle profonde e sincere introspezioni per sondare la direzione della propria Volontà.
Sabrina Menga
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